6 Modi in cui il Dialetto Influenza l’Italiano Che Usi Tu


TRASCRIZIONE:

Ciao a tutti carissimi, benvenuti in questo nuovo contenuto, in italiano, da scoprire insieme. Oggi parliamo di un tema davvero interessante: il rapporto tra l'italiano e i dialetti italiani. Forse non tutti lo sanno, ma in Italia non si parla un solo italiano. Certo, esiste l'italiano standard, che è quello che sto parlando io adesso, ed è quello che si studia a scuola, che si legge nei libri e che sentiamo in televisione. Ma accanto a questo italiano ufficiale esistono tantissimi dialetti locali molto diversi tra loro. E anche se oggi la maggior parte degli italiani non parla più solo in dialetto, il dialetto continua a vivere. E in questo contenuto ti farò scoprire sei modi in cui il dialetto influenza l'italiano che usiamo ogni giorno. E scoprirai che anche quando pensi di parlare l'italiano perfetto, In realtà, dentro la lingua c'è ancora un po' di dialetto. Detto ciò, possiamo iniziare.

1) Iniziamo col punto uno: LA PRONUNCIA. Il primo modo, forse il più evidente, è la pronuncia. L'italia è un Paese con una grandissima varietà di suoni. Ogni regione, ogni città ha un accento diverso che nasce proprio dal dialetto locale. Ti faccio qualche esempio: in Toscana molte persone aspirano la C. Invece di dire questa casa, dicono questa casa. È un tratto tipico del dialetto toscano. In Veneto le vocali sono più aperte. Pentola, invece di pentola. In Sicilia la pronuncia è più melodica, piena di energia e ritmo. Al nord, invece, in zone come Torino e Milano, la pronuncia è spesso più piatta e regolare. Tutti questi accenti derivano dalle abitudini sonore dei dialetti locali e così, anche se parliamo in italiano, la nostra voce racconta da dove veniamo. E questo potrebbe essere anche ovvio nel caso della mia voce. Se guardate dei video che facevo magari nel 2015, 14, 16, 17, 18, quando avevo ancora un fortissimo accento bresciano, probabilmente potrete notare che parlavo con una voce un po' più grossa, tipo: "Sì, buongiorno...", così, no? Questo è un tratto molto comune del dialetto bresciano. Infatti, io vengo da Brescia, dalle valli, diciamo, della città in cui sono nato. Ci sono diversi valli che portano a delle montagne bellissime e un po' questo è un tratto che è comune, legato all'accento, legato al dialetto della mia città. E questo un po' è valido per tante regioni, tante città e tanti dialetti italiani. È come un colore nella lingua, quindi non è un errore ma secondo me è una ricchezza.

2) Ma passiamo al punto due che è IL VOCABOLARIO. Molte parole italiane che oggi usiamo normalmente sono nate nei dialetti e poi sono diventate parte dell'italiano comune. Per esempio, la parola "ciao" viene dal veneziano sciao, che in passato significava "servo tuo", come per dire "mi metto al tuo servizio". Questo è un esempio chiaro di parola che ha origine dialettale e poi è entrata nell'italiano comune. La parola "babbo", per dire papà, viene dal dialetto toscano, ed è ancora molto usata in Toscana e in Emilia-Romagna. E poi ci sono tantissime parole italianizzate dai dialetti che le persone usano ancora ogni giorno, anche se non esistono nei dizionari ufficiali. "Hai visto che casino?" "Ci vediamo subito dopo pranzo", invece di solamente "dopo pranzo". Queste parole mostrano che l'italiano è una lingua viva, che cambia continuamente e che prende ispirazione dai dialetti.

3) E passiamo, quindi, al punto 3: LE ESPRESSIONI E I MODI DI DIRE. Il terzo modo riguarda le espressioni idiomatiche, cioè i modi di dire. In Italia ci sono tantissimi modi di dire, che nascono proprio dai dialetti e poi diventano parte del linguaggio quotidiano. Per esempio: "che sbatti!" ovvero "che rottura!" Oppure "Macché" ovvero "ma va", oppure "neanche per sogno!" O "ma figurati!". In molte regioni c'è un'espressione simile ma nel dialetto locale. Molte di queste espressioni, infatti, non hanno una traduzione letterale perfetta in altre lingue. Possono comunicare tono di sarcasmo, affetto o ironia, in un modo più intenso. Pertanto, anche se non traduciamo queste frasi, l'energia e il tono emotivo del dialetto restano e questo rende l'italiano molto espressivo e ricco di personalità. Quindi, per riassumere, alcune espressioni arrivano dal dialetto così come sono, mentre altre sono adattamenti dialettali che con il tempo sono diventati parte dell'italiano parlato.

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4) Ma detto ciò, continuiamo col punto numero quattro di oggi che è LA GRAMMATICA. Anche nella grammatica possiamo vedere l'influenza dei dialetti. Questo non significa che le regole dell'italiano cambino da regione a regione. Assolutamente no. Le regole dell'italiano sono sempre le stesse. Ma in alcune zone, le persone quando parlano in modo spontaneo e informale usano forme che vengono dal dialetto locale. Per esempio: nel nord Italia si usa l'articolo davanti al nome. Per esempio: "La Tiziana mi ha detto che domani pioverà." E piccola curiosità ragazzi, non è che questa è una cosa anche che, diciamo, è accettata appunto come regola ufficiale che allora al nord si può usare. Perché io mi ricordo quando da bambino a scuola, io dicevo alla mia maestra, per esempio: "Guarda, la Lucia... La Lucia mi ha detto che devo andare alle quattro." E la maestra mi diceva: "Non si dice la Lucia. Si dice Lucia." Quindi per farvi capire questo aspetto culturale, non è che a scuola ti dicono "Ok, puoi usarlo in questo modo", no. A scuola ti insegnano la regola ufficiale dell'italiano standard, ma poi per un'influenza regionale, dialettale eccetera, a volte è più forte di te e continui a fare queste cose, no, nella lingua parlata. Ok? In alcune zone del centro e del sud si sente "a me mi piace", invece di "mi piace" o "a me piace". Queste forme non sono corrette nell'italiano standard, ma esistono perché rispecchiano la struttura e la logica del dialetto mostrano come la lingua parlata si adatti alle abitudini locali e soprattutto alla cultura della regione. Un'altra influenza interessante riguarda i tempi verbali. Per esempio, in molte regioni del Nord si preferisce usare il passato prossimo, anche per azioni lontane nel tempo. "L'anno scorso sono andato in Sicilia" invece di "andai in Sicilia". Nel sud, invece, il passato remoto è ancora molto vivo, anche quando si parla di fatti recenti. "Oggi andai dal dottore." Queste differenze sono dei chiari esempi di varietà linguistiche che mostrano come la lingua italiana, pur avendo una forma standard, vive in tanti modi diversi nelle varie parti del paese.

5) Ora la penultima, la numero 5: L'INTONAZIONE E IL RITMO. Un altro modo in cui il dialetto influenza l'italiano è l'intonazione, cioè il ritmo e la melodia con cui parliamo. In Italia ogni regione ha un modo diverso di "cantare" le frasi. Questo succede perché ogni dialetto ha una musicalità propria che poi si riflette anche quando le persone parlano. A Roma le frasi hanno un tono vivace con molte variazioni di voce. Il modo di parlare è spesso ironico e molto espressivo. A Napoli la lingua è più melodica e piena di emozione. Sembra quasi una canzone. Al nord, per esempio a Torino o Milano, il ritmo, come dicevamo prima, è più regolare e la voce è più controllata. Tutte queste differenze non cambiano il significato delle frasi, ma cambiano il modo in cui le percepiamo. Un "ma dai" può sembrare ironico a Roma, affettuoso a Napoli o sorpreso a Milano. Queste sfumature mostrano come il dialetto influenzi non solo le parole che diciamo, ma anche il modo in cui comunichiamo le emozioni.

5) Passiamo all'ultimo punto che è IDENTITÀ E CULTURA. L'ultimo modo, forse il più profondo, in cui il dialetto influenza l'italiano è attraverso l'identità e la cultura. Il dialetto non è solo una lingua diversa, è un modo di vivere, di pensare e di vedere il mondo. Ogni dialetto racconta la storia di una regione, il suo carattere e il suo modo di sentire le emozioni. Molte di queste parole non hanno una traduzione perfetta in italiano perché rappresentano esperienze, emozioni o valori tipici di una cultura locale. Quindi quando un italiano parla in italiano standard, porta sempre con sé una parte della propria storia. Anche chi non parla più il dialetto ogni giorno, come nel mio caso, spesso conserva nella lingua un riflesso della propria identità regionale. E questa è una delle cose più belle dell'Italia: una sola lingua che contiene tante voci diverse e tutte vere.

Come hai visto, quindi, oggi il dialetto influenza l'italiano in mille modi: nella pronuncia, nelle parole, nei modi di dire, nella grammatica, nel ritmo e nella cultura. Adesso la mia domanda è questa. Essendo super curioso anch'io di lingue straniere e Paesi, fa mi sapere se nel tuo Paese, ci sono anche queste cose, questi dialetti, questi accenti diversi in base alle regioni. Spiegami un po' come funziona nel tuo Paese, perché non vedo l'ora anch'io poi di imparare cose nuove, di leggere i tuoi commenti. Ti ricordo anche delle sette regole gratuite che puoi scaricare, quindi il mini corso per già migliorare tantissimo il tuo italiano. Nel percorso delle sette regole avrai, appunto, video, audio e testo che puoi scaricare gratuitamente. Quindi fallo e lo trovi qui sopra o sotto. Io ti mando un grande abbraccio e ci vediamo presto per un nuovo contenuto in italiano insieme.

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