6 Proverbi Più Conosciuti in Italia


TRASCRIZIONE:

Ciao carissimi, bentornati in un nuovo video.

Oggi insieme vedremo 6 proverbi molto conosciuti in Italia. 

Ma prima di iniziare, mi sembra ovvio che c’è qualcosa di strano e sono un po’ bruciato, sia sul naso, il mio bel naso italiano, metà bruciatissimo, sia sulla fronte. Perché? Beh, la risposta mi sembra ovvia, è che dopo tanti anni, dove non avevo il coraggio di farlo, o il tempo o la voglia, finalmente sono stato due giorni consecutivi al sole e questo ha causato questo risultato, che è connesso ragazzi al primo proverbio, eh! Quindi tra un attimo passiamo al primo proverbio che vedremo insieme, ma prima di iniziare vi ricordo anche che insieme a questi proverbi avrete la possibilità di scaricare un quiz che vi aiuterà a capire se veramente avete capito questi proverbi. Quindi vi ricordo che in descrizione potete trovare il quiz, ok? Ma ovviamente prima dovete guardare il video, se no non saprete il significato dei quiz. Ok? 

Quindi detto ciò, se riuscite a ignorare il fatto che io sono bruciato, praticamente… diciamo, non si dice che sono «bruciato» in italiano. Si dice «mi sono scottato», mi sono scottato e questa è una bruciatura una scott… una scottatura Questa è una scottatura, diremmo no? Questa è una scottatura, perché io mi sono scottato. Sono stato tanto tempo al sole… e Isa… devo dare ragione a Isa in questo caso… ed è connesso al primo proverbio, eh. 

UOMO AVVISATO, MEZZO SALVATO
Il primo proverbio è «Uomo avvisato, mezzo salvato».

Adesso vi dico il significato e poi vi farò un esempio con la situazione in cui Isa ha ragione e sarà felicissima di sentire che le do ragione perché… eh, perché lei pensa di aver ragione e anch’io penso di aver ragione, varie volte, però quando ha ragione, ha ragione. 

Quindi questo proverbio, «Uomo avvisato, mezzo salvato» significa che qualcuno che viene avvertito di un pericolo è ancora in tempo per salvarsi. Ecco, adesso vi faccio un esempio divertente per Isa, non per me. Io ero in piscina dalla zia di Isa, qua nel bel Brasile. Probabilmente quando uscirà questo video eh, sarò quasi partito dal Brasile per tornare in Europa. Ma praticamente ero in piscina e avevo su gli occhiali da sole e mi ero già messo la protezione solare e Isa mi fa, «Amore... » o «Mo» in Portoghese Brasiliano dicono «Mo» per «Amore», che bello. «Mo - mi fa - mettiti la protezione anche sul naso che praticamente, se non la passi, ti bruci, perché tu sei un italiano bianco, non esci a prendere il sole da vent’anni, da quando sei nato, quindi mi sembra giusto che tu passi un po’ di protezione su quel bel naso italiano bianco». E io giustamente avevo gli occhiali, ho già passato ho detto «Ah, no…» Ma diciamo, l’ho detto senza pensarlo al 100%. Però detto...perché non avevo voglia di passarla e ho detto «No ma io non mi brucio, non mi scotto sul naso» sapendo che c’era la possibilità, c’era la possibilità di scottarmi. Le ho detto «No, ma io non mi brucio sul naso non mi scotto» e non l’ho messa. Il giorno dopo, il naso… questo è il risultato. E la fronte anche eh… qua è bella bianca, perché ero protetto dal ciuffo. Ma qua sono bello scottato. L’orecchia si è salvata, dai... un pochino. Comunque questa è la situazione. Quindi Isa in quella situazione poteva dirmi “Uomo avvisato, mezzo salvato.” 

Ricordatevi ragazzi di questa espressione. Ok? E fatemi sapere anche se apprezzate questo mio modo di raccontare le storie un po’ scherzando. Quindi, uomo avvisato, mezzo salvato. Questo era il primo proverbio, non espressione, scusate… il primo proverbio. Ok? 

CHI FA DA SÉ, FA PER TRE

Passiamo… passiamo adesso al secondo proverbio che é «Chi fa da sé, fa per tre».

E adesso anche qui farò un bell’esempio. Oggi prendo di mira Isa per gli esempi e poi vi spiego il significato di questo proverbio. Allora, una volta Isa mi ha chiesto: «Mo, mi aiuti con questa cosa del lavoro che devo fare, che è abbastanza complicata, ecc.» E io in quel momento, perché…. boh... ero frustrato con la vita o stavo pensando ad altre cose o… o semplicemente non avevo voglia… le ho detto: «Mo, guarda, sei fantastica ma io oggi non ti aiuto». E lei… e lei ha detto, «Non mi aiuti? Ma sei proprio cattivo… Sei proprio… un Alberto» Ragazzi, io sono molto ironico, quindi se non capite qualcosa non è una cosa italiana, eh… sono io che sono ironico. Sei proprio uno stronzetto, vai sei proprio uno stronzetto. Stronzo è una parolaccia italiana che non è gravissima, però non è bella da dire. «Sei proprio uno stronzetto». Isa non mi ha detto questo, eh… sto inventando adesso. «Sei proprio uno stronzetto, allora sai cosa ti dico? Chi fa da sé, fa per tre!» È un modo di dire, «Guarda, non mi vuoi aiutare? Va bene, lo faccio da sola e lo farò guarda… tre volte meglio, come se fossi in… come se fossimo in tre persone a farlo. Non è un problema se non mi vuoi aiutare». Chi fa da sé, fa per tre!. E io sono rimasto... wow! Mamma mia questa brasiliana spacca. Ok? Quindi, chi fa da sé fa per tre. E questa è l’espressione, ok? Ehm... di nuovo espressione. Il proverbio, questo è il proverbio. E adesso leggendo letteralmente, per far capire a chi non l’ha ancora capito il significato:

Questo modo di dire o proverbio è molto famoso in Italia e si usa per dire che spesso da soli sei riesce a svolgere un’attività ancora meglio rispetto a quando si è in compagnia di altre persone. 

Ok? Chi fa da sé, fa per tre. Io l’ho detto tante volte nella mia vita quando chiedevo aiuto ad altri e gli altri mi dicevano «Ciao, non ti aiuto». E io, «Chi fa da sé, fa per tre». Guarda, ti faccio vedere io. Passiamo al prossimo proverbio ragazzi che mi sto allungando oggi con le mie battute che non fanno ridere nessuno, mi sto allungando. Questa è simile alla precedente, ma ha un significato diverso. 

MEGLIO SOLI CHE MALE ACCOMPAGNATI

Anche qui vi faccio un esempio, così che capite il significato e poi vi spiego il significato se non l’avete ancora capito. Allora, quando io ero un bambino italiano, passeggiando per la mia città, volevo appunto essere un bravo bambino e quindi un giorno dopo che avevo detto alla nonna, «Nonna, io voglio essere un bravo bambino». La nonna mi fa, «Guarda, se vuoi essere un bravo bambino, ricordati di questo proverbio». Meglio soli che mal accompagnati. E io ho detto, «Ma nonna , già ho pochi amici, se mi dici così anche mi deprimi. Che cosa faccio da solo sempre poi? Già sono quasi sempre solo…» E quindi sono cominciato… Ho cominciato a pensare… «Ma cosa vorrà dire la nonna con questo proverbio?» Meglio soli che male accompagnati. Praticamente la nonna mi fa, «No, no, no, ma tranquillo. Non è che intendo che non devi avere amici o devi stare da solo per tutta la vita. Semplicemente, a volte, nella vita è meglio essere soli che male accompagnati». L’obiettivo di questo proverbio è dire, attenzione alle persone con cui passi il tuo tempo, attenzione alle compagnie con cui passi il tuo tempo, perché praticamente… a volte è meglio non uscire, non uscire di casa con una compagnia sbagliata o non stare con un amico, eccetera, se è una cattiva compagnia. Quindi, in queste situazioni è buono dire: «Meglio soli che male accompagnati» Per esempio, se ci sono degli amici di tuo figlio che sai che si drogano o… bevono tutto il tempo alcol, o… continuano a fare cose cattive o rubano… non lo so. In quelle situazioni puoi dire tuo figlio «Meglio soli che male accompagnati». Ok? Penso sia chiaro questo proverbio, molto utile, molto bello e molto italiano.

Quindi possiamo passare al prossimo. Ma attenzione ragazzi, prima di passare al prossimo, vi ricordo del quiz, ok? Il quiz per poi capire se avete capito davvero questi proverbi. Quiz molto carino fatto con amore. Quindi, scaricatelo in descrizione. Fate il quiz, mi raccomando. Ok? Passiamo adesso alla… al proverbio numero quattro, che è 

A MALI ESTREMI, ESTREMI RIMEDI

Questa ragazzi è molto intensa, è molto intensa, molto bella. E vi faccio un esempio di nuovo, poi vediamo se capite attraverso l’esempio in modo super naturale. E poi vi dico significato. Allora mettiamo il caso che hai un figlio o una figlia e questo figlio o figlia cominciano a crescere e tu per far felice questo figlio o figlia gli dai una carta di credito. Non carta di debito, eh. Carta di credito. Quella che prima paghi e poi saldi il debito, no? Che si crea. Quindi carta di credito e devo dire prima una cosa culturale. Noi in Italia non siamo molto come magari negli Stati Uniti o in Brasile, in altri Paesi dove c’è molto questa cosa di usare carte di credito. Usiamo molto di più carte di debito o carte ricaricabili tipo la famosa PostePay. La PostePay è una cosa che sentirete in Italia e viene dalla impresa italiana Poste Italiane, che è un’impresa che c’è da più di cent’anni in Italia. Vedrete Poste Italiane dappertutto e li usiamo carte ricaricabili. Quindi forse è meglio se faccio un esempio italiano. Facciamo un esempio di una PostePay che tu dai a tuo figlio se è in Italia e crei una PostePay, questa carta, e la ricarichi con 100€ al mese, dai… 100€ al mese. Diciamo che tuo figlio ha 14 anni e la ricarichi con 100€ al mese così che può prendersi un gelato o una pizza quando esce, eccetera, senza doverti chiedere soldi. E tu ogni mese praticamente vedi che tuo figlio finisce i soldi in un giorno e ha bisogno subito di altri soldi. E tu gli dici «Ma, Marcellino… - Marcellino, bel nome Marcellino… che in realtà è il diminutivo di Marcello… Quindi, «Marcellino! guarda ti ho appena ricaricato la PostePay. Ma perché cavolo… Cioè, scusa, finisci soldi in un giorno? Ho visto che hai mangiato cinque gelati, due crêpe, tre pizze… Ma che cavolo Marcellino! Così non solo mi grassi… ingrassi, ma anche… cioè, finisci soldi in un giorno? E poi che cosa fai il resto del mese? Se i tuoi amici ti chiamano per uscire, mi devi chiedere i soldi tutte le settimane? Tutti i giorni?» E Marcellino tu lo sgridi, ti arrabbi con Marcellino e Marcellino continua, ogni mese. Dopo un giorno, otto pizze e venti gelati. Dici, «Ok, Marcellino, ti do un’altra possibilità». E al quarto mese, di nuovo, tu dici: «Marcellino, a mali estremi, estremi rimedi». E tu... zac! E vai, «Marcellino, prima lezione della tua vita, importante, se nessuno ti ricarica la PostePay non ci sono più soldi». «Quindi Marcellino, adesso per tre mesi io ti ricaricherò solo 10€ al mese. Vediamo se hai imparato la lezione». A mali estremi, estremi rimedi. E Marcellino persiste, in un giorno finisce 10€, mangia cinque gelati. E tu gli dici di nuovo, Marcellino… a mali estremi, estremi rimedi. Davanti a lui prendi la PostePay, la tagli con delle forbici e Marcellino piange. Fine della storia. Una storia triste, con un finale ancora più triste. Ok? 

Però ecco, leggiamo bene, se non avete ancora capito, con la mia storia pazza, il significato esatto di questo proverbio. A mali estremi, estremi rimedi.

Significa che in certe situazioni di particolare gravità è fondamentale cercare ogni mezzo, ogni rimedio, ogni soluzione per poterla risolvere. significa praticamente che se il male, quindi, la situazione negativa, è estrema, cioè al massimo della gravità, allora anche la soluzione deve essere estrema. 

Penso sia chiara questa cosa. Quindi il mio consiglio se vedete che il vostro italiano fa fatica a migliorare, se vedete che siete bloccati, quando volete parlare, siete, «Argh... argh…!» E siete lì che praticamente la lingua… non vi parte l’italiano… Praticamente… a mali estremi, estremi rimedi. Se vi sentite bloccati nel parlare in italiano, e volete anche un posto per scoprire sempre di più l’Italia e migliorare sempre di più il vostro italiano, vi consiglio di aspettare a maggio, quando riapriremo Italiano Per La Vita, le iscrizioni a maggio, mi raccomando. Lì c’è tutto ciò di cui avete bisogno per fare amicizie, conoscere l’Italia, sbloccare il parlato, migliorare sempre di più l’italiano, migliorare come persone e tutto quanto. Veramente, eccezionale, magico. E in quel caso direi, a mali estremi, estremi rimedi. Ovvero, se niente vi sta aiutando come volete, Italiano Per La Vita vi aspetta a maggio. Ok? Pubblicità finita. Adesso passiamo alla quinta… al quinto proverbio, che è:

CHI LA FA L’ASPETTI

Ok ragazzi, questa è bella, mi piace. Chi la fa l’aspetti. Questo proverbio… Mhm vi faccio un’altra storiella, che vi piacciono le storielle, questa volta più breve. Facciamo finta che io sono a scuola. Passiamo… avevo 14 anni a scuola e un mio amico che mi stava simpatico…. Uno scherzo brutto, dai… non l’ho mai fatto questo scherzo, eh. Però per farvi capire il proverbio vi dico che scherzo l’Alberto di 14 anni immaginario che sto inventando adesso avrebbe fatto. To’, c’è lì Marco… Marco, è un caro amico mio. Arriva la mattina a scuola, sta per sedersi… e io prendo la sedia e... bam! La tolgo. E Marco... baaam, cade. Ovviamente io non ho fatto questo scherzo, perché è uno scherzo che per me è pericoloso, si può fare male al sedere e anche alla schiena, soprattutto. Quindi io non l’ho mai fatto, ma c’è chi fa questo scherzo. Quindi Marco cade e Marco mi guarda. «Ma guarda Albi, Albi tu sei mio amico… perché mi hai fatto questo? Io mi vendicherò». «Chi la fa l’aspetti». E io dico: «Ohh, perché ho fatto questo scherzo a Marco?» Marco è già un ragazzo vendicativo, adesso mi ha pure detto il proverbio e io comincio a tremare. Comincio a tremare come una foglia. Sono lì che tremo e Marco mi guarda così, «Heh, heh, heh… Adesso... heh, heh. Adesso vedrai che te lo faccio io lo scherzo». «Chi la fa, l’aspetti». E io praticamente dico, «Va bene, ti aspetto, vediamo, vediamo. Sono qua pronto». Perché non so in quale momento lui potrebbe vendicarsi e fare a me lo stesso scherzo oppure un altro scherzo. Ok? Penso sia chiaro questo proverbio. Chi la fa, l’aspetti. Quando tu fai qualcosa a qualcuno, magari uno scherzo o una cosa brutta, o rubi a qualcuno qualcosa, eccetera, devi aspettarti questa cosa diciamo di nuovo che ritornerà a te. Questa questa cosa che tu hai fatto potrebbe tornarti indietro. Quindi si dice per avvisare qualcuno che deve aspettarsi una vendetta. Ok?

Detto ciò, passiamo all’ultimo bellissimo proverbio famosissimo è

IL LUPO PERDE IL PELO MA NON IL VIZIO 

Ok, mettiamo il caso, facciamo finta che hai un parente, qualcuno di famiglia a cui è sempre piaciuto mangiare tanti dolci, potrei essere io. Facciamo l’esempio che sono io e io vado a casa di mia mamma e praticamente le dico «Mamma, guarda, lo so che tu hai sempre saputo che io amo i dolci mangio tanti dolci, la cioccolata e se c’è qualche dolce in casa io vado lì e zac, lo prendo, me lo mangio e sparisce. Però sono cambiato, sono un uomo nuovo. Ora che sono anche scottato voglio prendermi cura della mia pelle e io non mangio più dolci. Basta mamma, sono mesi che non mangio più dolci, non ne mangio più, ne mangio solo uno, ma una volta l’anno sai. Non mi piacciono più i dolci». E niente, passano alcuni giorni in casa e lei dice, «Cavolo, Alberto è cambiato davvero i dolci sono qui, non li ha mangiati ancora. Boh, che strano. Arriva al sesto giorno, la mamma si sveglia e vede che sono spariti tutti i dolci e comincia a guardare così a tutti quanti in casa. Chi ha il colpevole qua? Chi è il colpevole, eh? E io comincio a tremare come una foglia, così… «Non sono stato io… Non guardare me, non guardare me...non sono stato io. Non... neanche provare a guardarmi che se mi guardi poi… poi io svengo, mi fai paura mamma. Non mi guardare così». E lei comincia. Vede che io sono lì, che tremo come una foglia così… e mi comincia così ad andare vicino… «Guarda, guarda, beccato.... Albi!» E io le dico «Mannaggia, ha proprio ragione questa mamma. Io pensavo di resistere, ma ci sono caduto di nuovo. Sono caduto nei dolci, nella mia grande passione per la cioccolata. Tutti i cioccolatini che ho mangiato erano cioccolatini Ferrero, buonissimi. Anche i Kinder, mangiati tutti. C’erano anche dei Baci Perugina e ho mangiato pure quelli. Poi c’era anche un bel Ferrero Rocher e ho mangiato anche quello. Mannaggia, ma vabbè, è la vita e le dico «Mamma, hai proprio ragione. Io sono cambiato, sì. Ma hai ragione… il lupo perde il pelo ma non il vizio». Ovvero una cosa che qualcuno ha sempre fatto, un carattere che ha sempre avuto, eccetera, è difficile che qualcuno lo perda. Ok? Si tende ad associarlo a cose magari non… non necessariamente troppo positive, no? Quindi qua potrebbe essere il vizio di mangiare dei dolci. Qualcuno potrebbe avere il vizio di… non so bere la birra… o il vizio di rubare… o il vizio di, non lo so… Sono cose che tendono a essere non troppo positive, no? Quindi se una persona magari è generosa e dona sempre soldi ad altri, non è che gli dici «Ah, il lupo perde il pelo ma non il vizio». Perché tende a essere una cosa che è un proverbio tendente a qualcosa di non bellissimo, no? Magari un vizio, qualcosa un po’ di negativo o qualcosa anche di molto grave, ok? Però spero tu abbia capito questo proverbio. Adesso ti leggo il significato. 

Significa che è molto difficile perdere le cattive abitudini. Il lupo perde il pelo, cioè fisicamente, esteriormente con il tempo si cambia (cioè con il tempo il corpo cambia) ma non il vizio, cioè, nonostante il corpo cambi, non si perdono i vizi, quelle cattive abitudini che non ci rendono delle persone migliori. 

Ok, ragazzi, ci siamo. Abbiamo visto i 6 proverbi di oggi. Io ti ricordo dal fantastico quiz fatto con amore, fatto con il cuore, che puoi scaricare qui in descrizione e ti servirà per vedere veramente se hai capito i proverbi di oggi. Quindi fai il quiz, mi raccomando. Io ti mando un grande abbraccio. Oggi sono stato un po’ pazzo, fammi sapere se sono stato troppo pazzo o se questa pazzia può essere riproposta in futuro. Perché in realtà… diciamo, la verità è che io, nella mia vita di tutti i giorni sono così. Continuo… In italiano diremmo «continuo a sparare cazzate» e penso sia questa cosa che ha fatto innamorare Isa di me… spero. Forse no, forse sì... chi lo sa? Ma "sparare cazzate" in italiano significa dire cose stupide e continuamente, no? Ma ha anche una connotazione positiva, divertente. Ovvero, magari quando una persona è simpatica gli puoi dire… o ironica il tempo o tutto il tempo gli puoi dire «Guarda, ma spari veramente tante cazzate, tutto il tempo, no?» Quindi non è una cosa necessariamente negativa. Può essere vista come simpatica e sparare cazzate per farvi capire il significato… immaginatevi qualcuno con una pistola che spara cose stupide, quindi che sta sparando cazzate, che continua a dire dalla bocca cose stupide. E oggi una delle tante ragazzi, mamma mia spero che mi perdoniate. Io vi mando un grande abbraccio, fate il quiz, fate Le 7 Regole di Italiano Automatico se non le avete ancora fatte sono gratuite sul canale per sempre per far capire a tutti come imparare le lingue davvero e in questo caso l’italiano. Vi aspettiamo anche per Italiano Per La Vita a maggio, quando riapriremo le iscrizioni e io vi mando un grande abbraccio. A presto. Ciao.