Conversazione Naturale in Italiano


TRASCRIZIONE:

– E Ale, cos’è successo di bello?

– Oltre ad aver incontrato il Papa, ho incontrato anche Alberto.

– Buongiorno carissimi, oggi qualcosa di speciale. Son passato in Italia per trovare la mia famiglia e, in questo momento, c’era qui anche il mitico Ale. Quindi abbiamo pensato di fare una conversazione naturale, spontanea, così che imparerete nuovi vocabolari… Vocabolari?

–  Vocaboli.

– Così che imparerete nuovi vocaboli e nuove espressioni naturali. E insomma, sarà una conversazione carina, utile, e lascio un attimo la parola ad Ale. Benvenuto, Ale!

–  Buongiorno. Sono onorato di stare qui.

–  Io sono onorato. 

– Allora, ragazzi, questa conversazione è naturale. Cosa abbiamo pensato di fare per aiutarvi ancora di più? Oltre ai sottotitoli che già trovate qui, potrete scaricare, alla fine del video, la trascrizione completa di tutta questa conversazione. Quindi trascrizione in formato testo con un file PDF, più l’audio MP3 per ascoltarlo quante volte volete, e quindi ascoltare la nostra bellissima voce di due bresciani…

–  Sì, sì, sì.

–  …col testo della trascrizione.

– Però abbiamo perso molto l’accento bresciano, eh! A volte sento i video che facevo otto anni fa e dico: «Cavolo, ero proprio bresciano!», e avendo imparato altre lingue, vivendo anche all’estero, ho perso molto l’accento forte di Brescia, tipo: «Pota, eh, alura...». Parliamo così a Brescia, no? È tutto...

– Sì, tutto chiuso… Sì, sì, anch’io sono andato a Roma l’anno scorso… Sì. E mi hanno detto: «Ma tu sei padovano?»

–  Eh, eh!

–  Padova è in Veneto, no?

–  Sì.

– È vicino, confina con la Lombardia, però parliamo in modo un po’ diverso, no? E io ho detto: «No, no, non sono padovano».

– Sei bresciano, infatti. Ma anche Ale infatti… anche tu non hai più quell’accento...

– Non ho più quell’accento. Da quando ho iniziato a fare i video con te, cerco di parlare più piano, più chiaro, più aperto, proprio per essere più...

– Comprensibile.

–  … comprensibile, esatto.

– Bene, bene. Bene, ragazzi, allora, abbiamo preparato vari punti che seguiremo, ce li abbiamo qua davanti, per la conversazione, ma poi la sviluppiamo in modo autentico. Quindi sono solo alcuni argomenti che vogliamo condividere con voi e che abbiamo pensato sarebbero interessanti. La prima cosa è che stiamo morendo dal caldo, questa è la prima cosa.

– Stiamo morendo di caldo.

– Sì.

– Sì, sì, è arrivata un po’ in tutta Europa, penso...

– Un’ondata...

– …tra giugno e adesso inizio luglio, quest’ondata di caldo. E stiamo… stiamo soffrendo.

–  Soffrendo.

– Albi era abituato in Brasile in inverno, bello tranquillo a San Paolo.

–  Fresco, fresco.

–  È  arrivato qua a Brescia e...

–  E sto svenendo.

Svenire, ragazzi, è quando fa: «Ahh», così che svieni, svieni. E quello che ha detto Ale è… appunto è arrivata un’ondata di caldo. Si dice molto nei meteo in televisione.

–  Di caldo o di calore, penso.

–  Ondata di calore è meglio. L’ondata di calore è arrivata. E l’onda è quella del mare, quella che fa così, no? L’onda. Ok, quindi ondata di calore. Ma, detto ciò, è bello soffocante in Italia. Come ha detto Ale, ero a San Paolo e… mi sono abituato a un clima più fresco, perché là era inverno in questo momento, e qua invece quando fa caldo, è già arrivato in anticipo quest’anno penso, siamo già a fine giugno, inizio luglio.

–  Eh, a maggio ha fatto una settimana molto, molto calda.

–  Calda?

–  Eh, sì.

–  Asfissiante.

– Asfissiante, caldo asfissiante. Qua è un caldo umido, quindi si sente ancora di più.

–  Si sente.

– Però va bene. Io non lo soffro così tanto fortunatamente. Preferisco il caldo rispetto al freddo.

–  Ma pensa.

–  Però le cose estreme non piacciono a nessuno, penso.

– Esatto, no. E qui lo senti proprio. Se vai fuori a mangiare d’estate

nei momenti sbagliati in Italia, senti proprio il peso del calore.

–  L'afa diciamo afa.

–  L’afa, l’afa, l’afa... l’afa addosso. La senti proprio… Ero ieri fuori un attimo a mangiare la sera, era dopo le 19:30. Non solo le zanzare, ma l’afa e le mosche. Quindi tre cose bellissime da avere in estate qua a Brescia. Ma comunque passiamo agli argomenti di oggi. Ale, di cosa parliamo per iniziare?

– Allora, di cosa parliamo? Fammi guardare. Allora, ok, ok. Allora abbiamo chiesto su Instagram se avevate qualche argomento, qualche domanda che volevate farci,  e una di queste è stata: come vi siete conosciuti? Come avete iniziato a lavorare insieme? Perché? Penso che non l’abbiamo mai detto sul canale di Italiano Automatico perché ci siamo conosciuti, e quindi oggi è arrivato il momento di raccontarvi un po’ la nostra storia.

–  Sì, esatto.

–  Vuoi partire tu?

– Allora, direi che parto un po’ io, poi continui tu, poi ci alterniamo senza problemi.

– Va benissimo.

– Bene, ragazzi, iniziamo con la più bella storia. Allora, era… non so sinceramente quanti anni fa esattamente, ma...

–  2011.

– Vedi? Ale è preparato. 2011, c’era la Giornata Mondiale della Gioventù in Spagna, a Madrid, che era la GMG. Era una giornata in cui si andava a visitare il Papa, no? C’era questa cosa organizzata dal nostro oratorio, il nostro Comune più che oratorio, quindi vari oratori di Concesio, se non sbaglio, si erano riuniti. Avevano fatto riunire i giovani per questo viaggio in Spagna, come esperienza, neh? Ovviamente era più un’esperienza che noi volevamo fare come amici in paese. E io non conoscevo ancora il grandissimo Ale, perché Ale abita vicino a me, ma non nello stesso… nella stessa frazione dove sono io, no? Io sono in una frazione del Comune di Concesio che si chiama Costorio, mentre Ale è, se non sbaglio, è la Pieve? 

– Pieve.

– La Pieve. Che è qui a due minuti in macchina.

–  Confina, confina.

–  Questo vi fa capire l’Italia, no? In queste cose ci sono sempre… due minuti e già cambia oratorio, cambia chiesa, cambia gruppettino di amici del parco. E insomma, quindi Ale era di là, nella parte brutta di Concesio. Ma, detto ciò, abbiamo deciso entrambi di partecipare a questa Giornata Mondiale della Gioventù. E Ale, cos’è successo di bello?

– Oltre ad aver incontrato il Papa, ho incontrato anche Alberto. Prima, prima di aver incontrato il Papa, ho incontrato Alberto. Immaginatevi, siamo partiti col pullman da Brescia...

–  Mamma mia...

– …e siamo andati con il pullman a Madrid.

– Follia pura, neh?

– Follia pura. In... era il 13/14 agosto, metà agosto.

–  Mamma mia.

– Ok? Quindi comunque caldo anche lì, e abbiamo fatto questo viaggio… adesso non ricordo quante ore. Ci siamo fermati a Barcellona una notte, solo Barcellona, e poi abbiamo fatto Madrid. E quindi immaginatevi tutte queste ore di pullman, no? Un po’ il bello di viaggiare in pullman con tanti altri ragazzi della tua età è che inizi a conoscere altre persone, e quindi a stringere nuove amicizie. Quindi, diciamo, questo viaggio lungo ha portato a far nascere la nostra amicizia.

– Ma, che a dir la verità, com’è che siamo finiti a sederci in parte (vicino) che non ci conoscevamo bene ancora?

– Non so se ci siamo seduti subito uno accanto all’altro…

–  Non mi ricordo...

– Perché io mi ricordo che in viaggio ero in parte a te.

– Forse dopo, non lo so.

– Tutto il viaggio, non mi ricordo.

– Comunque, prima di questo viaggio, avevamo fatto vari incontri in oratorio per… sia con il nostro oratorio qui che con un oratorio di un altro paese, quindi già ci eravamo un po’ conosciuti lì.

– Sì, sì, sapevo che esisteva.

– Esatto.

– Anche a calcio da bambini eravamo nello stesso giro a Concesio.

– È vero, giocavamo anche nella stessa squadra.

– Vabbè.

– Lì però non ci eravamo mai parlati. Cioè, sì, forse parlati sì, ma poi avevamo perso le tracce.

– Poco, poco.

– Stiamo parlando di quando avevamo 7/8 anni lì.

– No, di più.

– Di più?

– Io avevo 12/13 anni. Tu ne avevi 11.

– A calcio?

– Sì, sì.

– Eh, comunque tra i 10 e i 13 anni. Era ancora prima questo. Poi vabbè, scusa continua pure.

– Niente. E comunque nulla, ragazzi. Ci siamo conosciuti sul pullman principalmente, e una cosa che ricordo e che ricordiamo ancora… avevamo questa… questo grande interesse, passione per le lingue. La nostra prima lingua straniera, penso per entrambi, era l’inglese. A me piaceva molto l’inglese, ma a scuola ero proprio… non riuscivo a parlarlo. Prendevo bruttissimi voti. E vabbè questa... lasciamo stare questa parentesi. Però avevo un grande interesse, avevo un grande interesse.

– Bruttissimi voti? Non sapevo.

– Sì, sì, brutti voti.

– Eh, sul 5, sul 5.

– Questo lato non lo sapevo. Davvero?

– Sotto la sufficienza.

– In inglese?

– Sì, perché...

– Ti ho sempre visto come un secchione...

– No, no, no in inglese… era molto strana come cosa, perché mi piaceva molto l’inglese, ma a quanto pare non funzionava il metodo…  il metodo che stavo usando.

– Non funzionava...

– Non conoscevo ancora il metodo naturale. Eh vabbè, insomma, quindi questo è quanto.

– Abbiamo detto anche una parola nuova: secchione. Secchione è uno che studia tanto a scuola.

– Sì, secchione.

– È uno che... nerd, no? In inglese… Secchione in italiano.

– Esatto, esatto. E quindi niente, ci siamo uniti penso principalmente per questo interesse che avevamo per le lingue, e quindi anche Albi già aveva penso sviluppato un po’ l’inglese. Era ancora all’inizio, ovviamente, rispetto ad adesso, però comunque già lo sapeva… lo sapeva un po’ parlare. Andavamo in Spagna, io lo spagnolo lì… penso che fossi praticamente a zero, zero, zero. Infatti non so come sono… come io sia riuscito a parlare. Penso, vabbè, per ordinare una pizza indicavo.

– Esatto, anch’io ero molto base, base.

– E niente, ci ricordiamo di un episodio perché, entrambi con questo forte interesse per le lingue, stavamo... io stavo ascoltando una canzone degli Oasis e gli avevo chiesto di aiutarmi. Stavamo facendo praticamente un esercizio di inglese, ascoltando una canzone e scrivendo. Mi ricordo avevo ancora l’iPod touch…

– Sì, sì è vero.

– …e scrivendo il testo. Stavamo cercando di decifrare il testo di una canzone, no? In inglese.

– Mamma mia. Mamma mia.

– Beh, lì…

– Che era difficile con l’iPod touch tornare indietro ogni volta.

–  Sì, era difficile.

– Poi in quegli anni lì stavano un po’ arrivando gli smartphone, eccetera. Comunque non era come adesso. E abbiamo fatto questo esercizio e da lì ci siamo… abbiamo trovato questo punto in comune. Infatti, quando facevamo i vari spostamenti in pullman, magari anche all’interno della Spagna, ci mettevamo vicini e continuavamo a decifrare il testo della canzone. Quindi questo è stato un episodio molto bello che ci ha... ci ha uniti, e forse è stata una delle prime cose che ci ha messi vicini. Abbiamo avuto un interesse comune, l’abbiamo scoperto, che poi è quello che continuiamo a portare avanti ancora oggi con il nostro lavoro.

– Dopo quell’episodio, io e Ale abbiamo continuato a diciamo a rimanere in contatto, e sempre di più andando verso i… diciamo i miei 18, 19… 20, 21, 22, 23 anni. Quell’area di età, diciamo quella fase della mia vita sempre di più cominciavamo a vederci per magari mangiare un gelato, fare due chiacchiere, una piadina. In quella fase non avevo tantissimi amici che vedevo, perché i miei interessi stavano andando verso cose come correre la maratona. Mi sono allenato con Ale una volta, abbiamo fatto più di venti chilometri insieme nella Val Trompia. Vedi, adesso mi vengono in mente anche cose che mi ero dimenticato.

– No, no, lì mi chiama:  «Andiamo a fare venti chilometri», «Oddio! Va bene!».

– Eh, però cavolo Ale è uno in forma perché dal nulla gli ho detto: «Andiamo a correre venti chilometri». E siamo andati su nella vallata, quasi dodici chilometri in su…

– Qua in Val Trompia.

– …e poi tornare giù.

– Siamo arrivati a un punto dove non sapevamo più dove continuare anche e abbiamo detto: «Torniamo indietro o continuiamo in su?». E ho cominciato a capire che non so se sarei mai riuscito a tornare indietro più di così, quindi… Perché Ale, secondo me, con la corsa è più forte di me, lo è anche proprio sempre stato. Io ero proprio orribile, ma orribile, ultimo delle mie classi. Invece mi ricordo comunque in alcuni episodi, non so se era in oratorio, o altre situazioni…

–  Forse a calcio, a calcio.

– Calcio, insomma… me lo ricordo come una persona che a correre, comunque non aveva grandi problemi. Io proprio da senza fiato in 30 secondi, quello è il mio background, il mio passato. Quindi, comunque abbiamo fatto questa corsa di venti chilometri anche assieme e tanti episodi. E mi interessavo di libri, anche lui si stava interessando alla lettura, imparare lingue da solo, anche lui cominciava a voler imparare lingue da solo, cominciando dall’inglese. Insomma, c’è sempre stato… sempre più cose che potevamo condividere. Allenarci la mattina… casualmente vado una mattina alle 6:00 ad allenarmi, trovo lì chi? Ale, alle 06:30 che si allenava...

– In palestra.

– In palestra qua del mio paese. E insomma, quindi nel tempo, volendo o no, anche senza volontà tipo automatica di dire... cioè una super volontà, grazie ai nostri interessi, c’era un continuo contatto tra di noi, anche calcetto con gli amici, comunque avevamo degli amici in comune. Abbiamo continuato a rimanere in contatto fino a che… cosa è successo? Ah beh, in questo tempo anche io già stavo facendo Italiano Automatico e avevo chiesto un aiuto ad Ale per registrare delle… dei dialoghi per le Conversazioni Reali 1 e 2, quindi abbiamo scelto degli argomenti, quindi ci sono anche già dei dialoghi con Ale, anche in quelle conversazioni che erano 2017/2018, e però lì ancora non lavoravamo assieme. Il lavorare assieme è successo veramente… quando Ale? E come?

– In una piadineria, in una piadineria. Non so se tutti voi sapete cos’è una piadina, perché…

– Mostriamola in una foto, mentre parliamo, è più facile.

– Mostriamola, mostriamola qua.

– Una piadina, fai vedere la piadina.

– Piadina, ciao piadina.

– Se no è difficile. Ecco, adesso che sapete cos’è una piadina, ci sono qua le piadinerie in Italia, sono molto famose nella regione dell’Emilia Romagna, ma ormai adesso un po’ in tutta Italia. Quindi sono i posti dove fanno le piadine.

–  Esatto.

– Ci siamo incontrati in piadineria e Albi mi ha chiesto: «Ti andrebbe di aiutarmi con Italiano Automatico?» C’era un video che aveva registrato lui e la nonna, un’espressione... un’espressione con la nonna, e mi aveva chiesto: «Ti andrebbe di aiutarmi? Dovresti fare la trascrizione di questo video». E io ho detto: «Va bene, perfetto». A me era sempre interessato, come ho detto prima, no? Il suo lavoro, i suoi interessi… Tutto questo progetto Italiano Automatico lo seguivo, l’ho sempre seguito anche… senza dirglielo magari troppo esplicitamente. Mi ricordo, ero in Erasmus, ero in Erasmus in Inghilterra. C’era una mia amica di Madrid che mi aveva chiesto: «Mi piacerebbe imparare l’italiano», «Mi piace molto l’italiano». E le avevo detto: «Guarda, c’è un mio amico che insegna l’italiano».

– Ma pensa.

– E le avevo fatto vedere un video.

– Promoter.

– Le avevo fatto vedere un video in italiano di te, perché comunque io continuavo a seguirti, no? Magari a volte di più, a volte di meno. Quindi vedevo questo progetto, mi piaceva molto questo progetto di Italiano Automatico, e quando Albi mi ha chiesto: «Puoi aiutarmi?» Io ero molto, molto contento, e da lì, da lì, abbiamo iniziato con questa trascrizione, che è stata la prima, e poi pian piano il lavoro è sempre aumentato, e da lì siamo arrivati ad oggi.

– Qui. E ci tengo a dire ragazzi che… perché dal nulla avevo chiesto questo ad Ale? Mi son ricordato ora che avevo aspettato che stesse per finire l’università, anche quello, perché avevo in mente la cosa da un po’, perché cominciava a essere tanto lavoro per una persona sola e avevo in testa, no? Un po’... era lo stesso periodo che avevo conosciuto anche Isa, quindi avevo in testa una o due figure che erano papabili per aiutarmi in quello che stavo facendo. E appunto c’era Ale nella mia testa, poi Isa, ovviamente, che stavo conoscendo, perché poteva imparare qualsiasi cosa essendo giovane. Ed è successo proprio nel momento giusto, perché Ale stava finendo l’università e mi ha detto: «Guarda, ho l’esame...», la... come si dice? La presentazione...

–  La difesa della tesi.

–  Eh, la difesa della tesi.

–  Era dopo pochi mesi, quindi...

– «E poi sono disponibile per... per provare, no?». E quindi, sì, lì abbiamo cominciato a fare varie prove, eccetera… e imparare sempre più cose assieme. E quindi ecco, come ha detto Ale, siamo arrivati qui, non dilunghiamoci troppo...

– Se no quattro anni non… non riusciamo a raccontarli in pochi minuti. 

– In sostanza da lì, da lì, col tempo Ale, abbiamo provato a fare delle trascrizioni, poi Instagram, adesso, come molti di voi sanno, fa i video su Instagram anche, ci aiuta con un sacco di cose nel mondo di Italiano Automatico, Italiano Per La Vita, i video, le Grammatiche, Vocaboli, Attiva… un po’ veramente tutto ciò che vedete in Italiano Automatico, c’è un po’ lo zampino di Ale qua e là.

–  Lo zampino.

– Esatto, esatto. Quindi veramente tantissime cose, il suo ruolo si è trasformato nel tempo, e continuerà a farlo in base a ciò che impara, come il mio, come quello di Isa. Insomma, però fantastico, emozionante. Siamo molto felici di questo percorso. Spero, neh? Tu concordi?

– Direi di sì, dai. Va bene.

– Comunque, ragazzi…

– Detto ciò, non vi diciamo ogni singolo dettaglio appunto e procediamo. Ora che abbiamo spiegato la nostra… un pochino storia, l’argomento che pensavamo di coprire oggi, cos’è, Ale?

– Allora, ho pensato, cos’è che possiamo… di cos’è che possiamo parlare, di cos’è che possiamo dire che abbiamo provato sulla nostra pelle? Una cosa che...

– Interessante anche per tutti

– Interessante anche per tutti, soprattutto nel 2022…

– Sì.

– …è lavorare online, ok? Io è da quattro anni che sto lavorando online, Albi da molti di più. Prima magari era nata più come un hobby, no?

– Sì, sì.

– Dopo invece è passato più come una professione, ok?

– Sì, sì, esatto.

– E quindi avevo pensato che potesse essere interessante raccontarvi un po’ la nostra esperienza. Ci sono, penso molti di voi che stanno pensando a questa opzione di magari mollare il vostro lavoro da dipendente e iniziare un’avventura o da freelancer, o comunque lavorare per un’altra azienda, ma online. Ci sono ormai mille modi, mille cose… o tutto online o ibrido. Io penso che noi possiamo dire qualcosa, dato che l’abbiamo provato sulla nostra pelle. Ovviamente è la nostra esperienza, quindi il nostro tipo di lavoro è molto, molto flessibile. Non abbiamo degli orari, quindi anche se online, quindi anche se possiamo lavorare da casa o dove vogliamo, no? Non abbiamo degli orari. Albi non è che mi dice: «Alle 8:00 tu devi iniziare a lavorare e alle 18:00 puoi chiudere e non… fino alle 8:00 di domani puoi… cioè, puoi, nel senso...non lavoriamo più». Quindi questo è il nostro un po’ tipo di lavoro. Siamo molto flessibili, però siamo...

– Non è l’ufficio portato in casa come durante la pandemia.

– Esatto.

– È proprio... non è mai stato ufficio. Quindi questa è una cosa importante, di differenza, no? Che vogliamo condividere oggi, anche come vantaggi e svantaggi. Perché non è quello che è successo a tutti durante la pandemia. Noi eravamo già pandemia style, modalità pandemia dall’inizio. Quindi ecco, continua pure.

– Ecco, quindi praticamente volevamo un po’ dirvi i vantaggi e gli svantaggi che noi abbiamo provato sulla nostra pelle in questi anni del lavorare online. Ovviamente, come in tutte le cose nella vita ci sono dei vantaggi, delle cose quindi positive, e degli svantaggi, delle cose negative. Ne abbiamo già un pochino parlato prima per vedere se eravamo in linea, no?

– Eravamo in linea.

– E allora, ovviamente, uno dei grandi, grandi vantaggi, ed è anche il motivo per cui continuiamo a lavorare online dopo tutti questi anni, ed è il motivo che mi ha spinto a iniziare a lavorare con Albi e con Italiano Automatico, adesso con tutto il team, è proprio questa grandissima libertà, libertà sia di luogo, quindi noi possiamo decidere dove lavorare, e sia di gestione del nostro tempo, quindi possiamo lavorare quando vogliamo, ok? Ovviamente le ore di lavoro sono sempre tante per tutti.

– Sì, sì.

– Sia un lavoro, diciamo, in un ufficio o il nostro lavoro. Dopo non stiamo qui a dire chi lavora più, chi lavora meno, ma questo non è neanche importante, perché sappiamo bene che molte volte è più importante la qualità delle ore di lavoro più che la quantità.

– Sì.

– Però, detto questo, la libertà è sicuramente uno dei vantaggi più grandi, no? Mi dicevi anche tu prima la possibilità di dire: «Stamattina ho questo impegno».

– Sì. Il compleanno di… mi immagino quando sarò padre, non so che, il compleanno di una figlia, o evento a scuola, o mia moglie, anniversario, o mia mamma che sta male in ospedale, o... insomma queste cose le… cioè puoi mettere il tuo lavoro attorno alla tua vita e non il contrario, come molti devono fare nella società, di mettere la vita attorno al lavoro. Questo ovviamente sto parlando quando le cose funzionano. Devo confessare che in vari momenti della mia vita non avevo neanche una vita, perché dovevo appunto, era solo per avere un’opportunità in questo mondo online. Quindi era tipo dalla mattina alla sera. Quindi ci sono varie fasi, ci son varie situazioni eccetera. Quindi noi stiamo parlando in questo momento, che appunto abbiamo la fortuna di poter adattare un po’ il nostro lavoro alla nostra vita. Quindi muovere il lavoro in vari momenti della giornata appunto, della settimana, e dire magari to’, mi porto avanti oggi. Oggi voglio fare otto ore bene, domani così ne faccio tre, perché il pomeriggio ho questo, e poi magari però la sera dopo recupero due orette. Insomma, è tutta una cosa così costante, no? E questo, sinceramente, è una cosa che amo, questa è una cosa che amo, perché l’altro modo vedo come molti lo approcciano e c’è... per il mio tipo di personalità, vedo molti sprechi, vuol dire entrare alle 8:00 e guardare l’ora proprio per finire alle 17:00, quando magari uno ha finito la produttività dopo due ore. È lì solo perché deve stare lì e invece potrebbe fare altro quelle 2 ore, e la sera, invece, magari dalle 20:00 alle 22:00, rimettersi, ma perché ha voglia di nuovo. Ovviamente, siamo privilegiati, questo tipo di lavoro ce lo permette, capisco. Stavamo proprio parlando appunto di tanti tipi di lavoro che… non esiste questo modo di appunto essere, ma parlavamo anche di come non è per tutti, quindi spieghiamo.

– È vero, è vero.

– Stavamo dicendo anche questa cosa.

– Spieghiamo lo svantaggio.

– Lo svantaggio, ovviamente… come abbiamo detto, il vantaggio è abbiamo il nostro tempo nelle nostre mani, ok? Possiamo decidere se svegliarci alle 6:30 e iniziare alle 7:00 lavorare, o se iniziare a mezzogiorno a lavorare, se lavorare fino alle 18:00 di sera o se lavorare fino alle 2:00 di notte, ok no? Lo svantaggio quindi qual è? Come in tutte le cose, quando possiamo avere il controllo di una cosa dobbiamo saperlo gestire, dobbiamo saperlo controllare. Quindi molte volte siamo bravi e molte volte, penso sia io che Albi, non siamo bravi, perché non è sempre facile gestire il proprio tempo. Quindi ci son dei periodi della vita, dei mesi, delle settimane, in cui si riesce a far tutto bene, come tutto abbiamo programmato, altre altre volte no, altre volte no. Non avendo magari questa rigidità di orario, può portarti uno svantaggio. Magari un giorno non sei lì alle 8:00 sempre a lavorare, inizi a lavorare più tardi, e questo manda ovviamente tutto, tutto indietro.

– Sì, sì.

– Poi vabbè, potremmo dire tante cose, diciamo un vantaggio che forse ci siamo dimenticati di lavorare in casa è che possiamo essere molto più concentrati, forse.

– Ecco, sì, sì.

– Io vedo… io non so bene in ufficio, ho lavorato davvero… penso forse neanche un anno, mettendo insieme tutti i lavori che ho fatto in ufficio. Però, ho visto che in ufficio ci sono molte distrazioni, no? Il collega che ti chiama per chiederti una cosa.

– Gossip d’ufficio…

– Eh vabbè… I telefoni che suonano, magari il collega parla al telefono, il capo parla con un’altra persona, e quindi magari le cose proprio dove tu devi essere focused, focused...

– Concentratissimo.

– Molto concentrato, non ce la fai a farle. Invece vedo, per esempio a casa, io so che magari ho quelle due ore che devo fare una cosa molto importante, chiudo la porta, chiudo tutto, e mi metto lì e non ho distrazioni. Spengo il telefono, eccetera, no? Magari in un ufficio non hai questa… non puoi controllare il tuo ambiente in un ufficio. Non puoi dire… magari qualcuno ha il privilegio di chiudersi, ma magari no. Se hai il tuo capo che tu devi essere sempre pronto per aiutarlo o comunque rispondere a quello che ti chiede, devi essere lì.

– E anche a livello di comodità, diciamo, diciamoci la verità, varie volte lavoro in pigiama o in pantaloncini corti. In ufficio non puoi, devi essere lì o con la tua camicia, dipendendo dal lavoro. Sai che sei con altre persone che ti guardano. È molto pesante mentalmente questo, mentre se ti svegli e sei al computer, to’, ti sdrai un attimo sul divano e stai 2 ore a lavorare che lo faccio molte volte, perché mi piace lavorare sul divano, varie volte è comodo per me, se no mi viene male al collo. E produttività massima, comodità, e non ti senti neanche in quella cosa: «Oh, devo iniziare a lavorare», no? Perché fa parte un po’ della tua casa. Quindi questo… secondo me questo è forse il punto di forza più alto per chi ha la autodisciplina di gestirsi.

– Esatto, questo.

– Per chi ha la autodisciplina di gestirsi. Per chi non ce l’ha, che è uno dei problemi principali visti nella pandemia di vari articoli che ho letto, sono persone che dicono: «Non vedo l’ora di tornare in ufficio», perché sono state abituate magari 20 anni a lavorare in ufficio e non riescono a prendersi l’autodisciplina di in casa lavorare, perché magari hanno i figli, perché magari non hanno la casa fatta per quest’abitudine che hanno di lavorare insomma. Quindi è una cosa molto complessa, ma…

– Però ecco, ricollegandomi a quello che stavo dicendo prima e quello che ha detto anche Albi, dipende molto dal tuo carattere, da che persona sei, ok? Quindi non…

– E da cosa vuoi anche.

– Non abbiamo sicuramente la presunzione di dire: «Bisogna tutti lavorare online perché è il mondo perfetto», no? Dipende molto da quello che vuoi tu, dipende molto dalla tua personalità.

– Sì.

– Ci sono vantaggi, ci sono svantaggi. Comunque anche questo che noi abbiamo visto che può essere un vantaggio e uno svantaggio, l’abbiamo segnato. È il fatto che il lavoro e la vita privata sono praticamente insieme, non c’è un confine molto… non c’è un confine delimitato, rigido, no? Sabato e domenica non è sabato e domenica:  «Ok, chiudo tutto e stacco totalmente».

– Stacco…

– No, non è così. So che anche molti lavori da dipendente non è così, perché ormai adesso con i telefoni le mail arrivano e il cellulare suona. Quindi ok. Però generalmente può esserci questo svantaggio. Albi invece ci vede il vantaggio, no? Quindi è un punto comunque critico sul quale si può discutere.

– E scusa, mi hai fatto venire in mente…

– Vai, vai.

– …una cosa legata a questo del primo anno in cui lavoravo con te, ma anche con Isa, che Isa ha iniziato uno o due mesetti prima che ho fatto la proposta vera e propria ad Ale di lavorare, no? Era proprio due mesi vicini e mi ricordo che era arrivato Natale e la fine di quell’anno, e già Isa stava lavorando con me, ma aiutandomi come se… la mia ragazza, no? Era… e quindi mi aiutava con le mail un po’, insomma, le stavo insegnando un po’ di cose e siamo andati a Natale a Modena, se non sbaglio dalla sua famiglia, e ho guardato dopo un giorno e mezzo le mail e ho visto che non c’erano le risposte, cose anche urgenti. E ho detto a Isa: «Mô», in portoghese, «ma perché non hai risposto?» E mi fa: «Ma perché, non è Natale?». Le ho detto: «No, no ma devi rispondere alle mail». E mi fa: «Ah». E allora lì le ho spiegato tutta una cosa che, per lei che aveva 18 anni, poverina, ovviamente non ne faccio una colpa, era giovanissima, ma non era mai… non aveva neanche mai lavorato ufficialmente, perché aveva appena finito le scuole… e ha capito, ha cominciato a capire cosa significa questo mondo, no? Non è che perché è Natale la persona che vuole un rimborso può aspettare, o la persona che ha un problema, non riesce ad accedere al corso, o il commercialista che vuole una fattura che è sbagliata, o… Ci sono migliaia di problemi così ogni giorno, e la maggioranza delle cose non... è meglio… non è che non possono aspettare, ma è meglio non farle aspettare, la maggioranza. E quindi da lì, appunto, legato a questo, ha capito come non esiste… due settimane… addirittura due settimane tipo di Natale o festa. Ma siamo matti? Da quando ho iniziato, non c’è un giorno che non guardo le mail, che non guardo YouTube, che non guardo i social, i materiali, i corsi, i commenti, ogni giorno della mia vita, cioè non esiste. Ma proprio perché è una cosa diversa e non è un peso, vi dico la verità. Cioè non lo voglio far sembrare un peso. Se fosse un peso enorme, non farei questo allora, perché non potrei, sarebbe insostenibile. Quindi se uno ha la mentalità, forse di dire: «Voglio il venerdì alle cinque, non pensare neanche più un secondo a...

– Fino a lunedì mattina…

– …fino a lunedì mattina a pensare alle cose di lavoro», così… perché vede il lavoro come un incubo, allora non fare le cose online perché sarebbe… a meno che un rarissimo tipo di lavoro che ti permetta online di fare così, la maggioranza delle cose richiede questa comunque presenza, costanza…

– Costante.

– …per la semplice natura di com’è il business online. Ecco, quindi volevo solo approfondire questa cosa.

– Sì, diciamo che comunque adesso sta un po’ cambiando tutto, no? La comunicazione.

– Sì.

– Magari anni fa scrivevi una mail, potevi anche aspettare, dicevi: «Ma sì, mi risponderà tra 3 o 4 giorni», no? Adesso se non ricevi la risposta dopo poche ore…

– Mamma mia!

– ...sembrano passati anni.

– A volte qualcuno ci scrive… qualcuno ci scrive 10 volte, capito?

 Quindi c’è anche questo rischio. Non solo, ma che alcune persone… Ok, la maggioranza è paziente, per fortuna, perché noi cerchiamo in massimo 24/36 ore di rispondere, ma a volte passa un’ora: arrabbiatissimi, tipo furiosi, perché è passata un’ora. Quindi non è che do né ragione dall’altro lato né alla mia. Il mio obiettivo è di avere le risposte il più rapido possibile in futuro e ci stiamo lavorando. Però eh, c’è anche un equilibrio…

– Però sì, questa concezione del tempo è diminuita tantissimo in questi anni, è assurdo.

– Sì, sì, la… diciamo si tende a volere… ma anch’io come cliente, se ci penso, son molto felice quando c’è una chat che mi risponde in minuti per i servizi che usiamo, per il lavoro usiamo decine di servizi, e varie volte entriamo e ci rispondono sul momento. Se... in base all’orario ovviamente, eh. Se è notte nel paese dove c’è… la maggioranza non ha questo servizio sul minuto. Però c’è sempre questa tendenza a volere la risposta più rapida, è la realtà delle cose, non stiamo qui a dirci bugie. Detto ciò...

– Ok, chiudendo questo… Quindi ecco, dipende un po’ dalla vostra personalità. Non lo so, magari provate, potete anche provare. Non è che dovete fare subito tutto. Magari tenete il vostro lavoro da dipendenti in un ufficio, fate magari qualche ora e vedete un po’ com’è e valutate un po’. È molto... è molto personale, però ci sono… ci sono tanti, tanti vantaggi.

– Assolutamente ragazzi, tante opportunità sia online che offline, e dipende cosa uno vuole nella vita, cosa uno vuole fare, ma ci tenevamo a passare un po’ della nostra esperienza, così capivate un po’ meglio anche com’è la nostra vita, no? Ok ragazzi, per concludere vorrei ringraziare anche tutta la squadra, no? Che ci sta aiutando per tutto ciò che facciamo, anche Italiano Per La Vita che c’è Giulia, che avete già visto in un’intervista su YouTube, c’è anche… vari insegnanti come Miranda, Barbara e Andrea adesso, un nuovo insegnante che ci aiuterà in Italiano Per La Vita e non solo. Fanno anche tante altre cose. E c’è anche Lube, che ci sta aiutando con altre cose, amministrazione, eccetera. Isa… Insomma ragazzi, è veramente… il progetto di Italiano Automatico si sta espandendo e, quindi ecco, siamo molto felici di aiutare così tante persone. Vi ricordo quindi anche della riapertura di Italiano Per La Vita a settembre. C’è sempre il link in descrizione con la lista d’attesa per non perdere la riapertura delle iscrizioni. Ok? Quindi tutte le energie della nostra squadra stanno andando appunto nel migliorare l’esperienza di Italiano Per La Vita, e ringraziamo tutti coloro che già ne fanno parte. Detto ciò, prima di salutarci, Ale vi deve ricordare una cosa. E ho fatto così come un italiano: «Ma che ca...».

– Vi ricordo, ragazzi, che se volete scaricare la trascrizione completa di questa conversazione, di questi due bellissimi giovani bresciani...

– Bellissimi!

– …la trovate nella descrizione. C’è un link, cliccate sul link, inserite la vostra e-mail, e da lì potrete scaricare tutta la trascrizione di questa conversazione e l’audio, così da poterla ascoltare e leggere offline.

– Assolutamente.

– Ho detto bene?

– Perfetto, Ale. Guardiamo se abbiamo dimenticato qualcosa. Ah sì, ragazzi! Lasciate un "mi piace", iscrivetevi anche se non l’avete ancora fatto. Ho visto che più del 50% di chi guarda i video non è ancora iscritto al canale. Quindi se non sei ancora iscritto, schiaccia "iscriviti" sul pulsante rosso e sulla campanella per non perderti tutti i contenuti gratuiti che condividiamo ogni settimana. Detto ciò, grazie, un abbraccione e a presto.

– Ciao a tutti!

– Ciao Ale, grazie mille!

– Ciao, ciao.